Buniayu e i sotterranei di Java
Avanzavamo con l’acqua fino al petto ed il fango alle ginocchia. I monumenti si lasciavano scoprire solo pochi metri alla volta. Inghiottiti da un buio assoluto si svelavano solo quando la luce calda delle lanterne a gas li illuminava. Dei monumenti. Dei veri e propri monumenti. Sotto ad un paesaggio tipico indonesiano: collinare, rivestito di foresta pluviale, fatto di risaie smeraldine a terrazza, di palme, banani e villaggi di contadini - si apre un mondo vasto e completamente oscuro.
Thai per uno, thai per due
Un bellissimo viaggio di coppia per chi ama sorprendersi e godersi sapori e piaceri piccanti, per chi come me crede che la sua donna (moglie, fidanzata o compagna) debba essere prima la sua amante e poi la sua migliore amica, e quindi sicuramente la persona con cui si viaggia meglio. Ma non tutti la pensano in questo modo, quindi vi do un po’ di consigli per vivere un viaggio così: al top.
Samarcanda città d’amore
“L’acqua sarà l’oro nero del futuro”, chi l’ha previsto non ha considerato questo paese, dove oro lo è già nel presente.
Samarcanda; meta lontana se non nella distanza geografica, in quella fantasiosa, colorata e irreale nell’immaginario del viaggiatore. Sulle strade che hanno visto trasportatori di bachi e seta, commercianti di ieri e venditori di oggi, tra strettoie, donne che puliscono la strada a mano, carretti a trazione animale, venditori di ogni cosa commestibile e non, si accalcano su una “superstrada” che diventa mercato, poi campo coltivato, poi pascolo per mucche e pecore dall’abnorme fondo schiena.
Myanmar. la vita sui binari
C’è un quarto d’ora che da solo può raccontare la “mia” Birmania. Quindici minuti che racchiudono tutta la scoperta del viaggio, sufficienti a cogliere l’essenza di questo luogo e della sua gente, di chi lo anima e lo rende vivo. Non certo ad esaurire l’abbondanza di suggestioni visive che travolgono il viaggiatore, nei luoghi dello spirito come nelle immense distese di templi e pagode, di fronte a panorami mozzafiato e scenari di natura immacolata.
Lettera dall’inferno
Tomaso Bruno e Elisabetta Boncompagni sono detenuti nel carcere di Varanasi dal 7 febbraio 2010 con l’accusa di aver ucciso il loro compagno di viaggio e amico Francesco Montis. Il ragazzo è stato trovato senza vita la mattina del 4 febbraio 2010 nella camera di albergo che divideva con i suoi amici. Dopo un processo durato 19 mesi - tra ritardi, continui rinvii, contraddizioni e una discutibile autopsia (sembra sia stata condotta da un oculista e non da un patologo) - i due sono stati condannati all'ergastolo. All'inizio di marzo 2012 è stata respinta la richiesta di scarcerazione su cauzione per i due ragazzi. La scelta di pubblicare un racconto di viaggio così particolare e drammatico è dettata dalla voglia di dar voce a chi in questo momento ne ha fin troppo poca.