Tempo di lettura: 1 min

di Giacomo Federici

Seppure breve, posso senza dubbio affermare che quello in Terra Santa è stato uno dei viaggi più belli che io abbia mai fatto fino ad oggi, sicuramente il più interessante e profondo dal punto di vista storico e culturale. Per non parlare di quello fotografico poi, adoro fare reportage sulle persone, raccontare le loro storie, specie quelle culturalmente più diverse da me, e questi luoghi sono stati letteralmente un dono per la mia passione fotografica.

La base di partenza per tutte le mie escursioni è sempre stata Tel Aviv, città relativamente moderna, dove il maestoso lungomare e i locali serali non hanno nulla da invidiare alle metropoli occidentali più conosciute. Giaffa è la parte più antica, dove la mattina è il mercato delle pulci il principale protagonista lungo le vie di questo quartiere. Sul lungomare, è ancora presente, seppur devastata, la struttura della discoteca che fu il teatro dell’attentato kamikaze del 2001.

Gerusalemme meriterebbe un capitolo a parte. Appena varcata la soglia di questa città, si viene immediatamente catapultati in un luogo che è più antico di qualunque cosa si possa immaginare. Una sensazione non facile da descrivere a parole, come se ogni centimetro del mio corpo risuonasse di millenni e millenni di Storia. Quello che riempie i polmoni è l’atmosfera che si respira visitando questi luoghi sacri a tre dei più importanti culti monoteistici: Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Ai miei occhi, Gerusalemme si è manifestata come un gigantesco, immenso, meraviglioso luogo di culto, e a prescindere dal proprio credo (o non credo) religioso, non ho potuto fare a meno di abbandonare le mie convinzioni e lasciarmi trasportare dalla sacralità di cui è pregna ogni pietra di questo luogo.

Nei giorni successivi ho avuto anche la fortuna di visitare i luoghi al di là di quell’ anacronistico (e triste) muro eretto da Israele che delimita i territori palestinesi, dove è impossibile non accorgersi delle grandi differenze che vi sono tra le due parti. Una Palestina decisamente più povera, ma non meno affascinante. Zaino in spalla e fotocamera in mano, ho cercato di raccontare tutto questo attraverso le mie immagini, che spero possano rendere anche solo una piccola parte delle emozioni che questo viaggio mi ha regalato.

Articolo precedenteLive Cinema Festival 2019: quattro giorni di sold out
Articolo successivoNative Woman: il genocidio del silenzio
Redazione the trip
The Trip Magazine nasce agli inizia del 2010 a Roma per proporsi come punto di vista alternativo al modo convenzionale di viaggiare. Siamo uno spazio virtuale per la promozione della cultura del viaggio e dei suoi protagonisti. Amiamo la natura e i paesaggi, la storia ed i monumenti, ma prima di tutto amiamo le persone e le dinamiche umane che si celano dietro di esse, a tutte le latitudini del mondo.