Case nella natura: alla ricerca del nostro albero maestro per la tutela dell’orso bruno marsicano
Potrebbe sembrare che l’incipit di questo articolo pecchi di presunzione. Ma già molto prima che questo nuovo mondo di confini obbligati ci spingesse a riflettere sugli effetti rigeneranti che solo un bosco, un panorama o il diretto contatto a piedi nudi con la sabbia o con dei fili d’erba è in grado di produrre, ecco… noi ve lo avevamo detto.
Restare ancorati all’albero maestro
Durante il lockdown, io personalmente posso affermare che ho avuto il mio albero counselor personale. Incastonata in uno dei quartieri più popolosi della Capitale, la finestra del mio ufficio casalingo si affaccia su un cortile interno dove vive un pioppo. Oggi posso dire che so tutto di lui e lui di me. Il suo nome scientifico è Populus nigra. Il suo genere Populus ha certamente un richiamo onomatopeico, perché il frusciare delle sue foglie è come un lontano chiacchiericcio, il brusio di un popolo che parla e si racconta. Il mio albero però è anche un buon ascoltatore, in grado di darmi assennati consigli. Ho guardato e interrogato il mio Pioppo per molto tempo, quando mi sono sentita atterrita, oppressa o semplicemente quando cercavo un punto di fuga per il mio sguardo. E lui mi ha sempre consolata e risollevata a distanza di sicurezza, rispettando le normative vigenti. Una creatura saggia e ben radicata ai suoi principi.
Color verde resistenza
La cromologia ovvero lo studio sugli effetti che i diversi colori hanno sulla psiche umana ha identificato come il colore verde nello spettro luminoso rappresenti un punto di equilibrio. Nelle sue tonalità più chiare infonde un senso di rigenerazione e stabilità, mentre in quelle più scure è associato alla resistenza. Non a caso è sempre utilizzato in ambienti sanitari, considerato uno stimolatore di vitalità, ma allo stesso tempo funzionale per rilassare il corpo e lo spirito.

Appena ho potuto, ovviamente sono fuggita dalla città e mi sono diretta verso un bosco anche alla ricerca di alcune case nella natura. Più che un ritorno alla socialità umana, io avevo bisogno di una sbornia boschiva, un contatto diretto con una fronda, una corteccia o una foglia. Non mi è servito spostarmi di molto perché nel mio caso il Lazio, ma per intero questo Paese, ha degli scenari silvestri imperdibili, a pochi passi o addirittura all’interno delle nostre grandi metropoli. È il bioma mediterraneo, il mio preferito.
Bagni di bosco e turismo di prossimità
Il turismo di prossimità è per noi una risorsa senza precedenti. Ci vuole davvero poco per raggiungere luoghi dove incontrare il proprio albero guida e ritrovare un posto in cui sostare un weekend, ma anche qualche giorno infrasettimanale; case nella natura nelle quali con una buona connessione si può lavorare per chi lo fa come noi da remoto, in modo produttivo, ma rilassante allo stesso tempo.

E a dire la verità ancora la scienza resta dalla mia parte. Potrebbe sembrare un approccio stile new age eppure la medicina forestale esiste e gli effetti sulla permanenza nei boschi o il “forest bathing” (come è conosciuto tecnicamente) sono stati studiati in diverse università, in primis in quelle Giapponesi. Il potere terapeutico avviene attraverso il miglioramento della nostra ossigenazione, con la conseguente riduzione del cortisolo (l’ormone dello stress), garantendo effetti sedativi e ansiolitici. I responsabili di questi effetti sono i fitoncidi che si trovano nella corteccia degli alberi e i monoterpeni che sono nelle foglie, oli essenziali volatili che servono come difesa immunitaria contro i parassiti, i quali secondo diversi studi sono in grado, dopo una precisa esposizione a stimolare anche il sistema immunitario umano. Insomma un toccasana ideale, in un momento di fragilità esistenziale collettiva come questo.
Dalla scelta del panorama a quello della struttura, la mia ricerca ha ottenuto diversi tipi di soluzioni e case nella natura che possono venire incontro a ogni esigenza: le baite, i bungalow sulla spiaggia, le cascine o le fattorie didattiche, ma anche i trulli oppure le Yurte per i più minimalisti.

Alla ricerca di un alloggio sostenibile
I parchi naturali, quelli nazionali, le Oasi e le Riserve nel Lazio sono moltissimi e tra questi c’è sicuramente da annoverare quello più antico d’Italia: il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un parco naturale noto per il ruolo avuto anche nella conservazione di alcune tra le specie faunistiche italiane più importanti, quali il camoscio d’Abruzzo, il lupo e l’orso bruno marsicano.
Quest’ultimo è una creatura che io amo particolarmente. La sua attuale popolazione conta appena 50-60 individui, e uno dei pochi luoghi dove può ritenersi davvero al sicuro è proprio nel parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’Appennino centrale, dunque, è la sua casa, eppure non è considerato il benvenuto.
Non è scontato cercare un’azienda di servizi di prenotazione dedicata ad attività ricettive in natura ed imbattersi in un progetto di conservazione strutturato, e questo è solo uno dei tanti che Casanellanatura.it sostiene. Per ogni prenotazione effettuata, infatti, “Case nella natura” cede un euro a sostegno di un progetto per la tutela ambientale ed ha costruito una partnership con grandi stakeholder della difesa ecologica in Europa come Rewilding Europe, Buitenfonds, Staatsbosbeheer e Vogelbescherming Nederland.
Il progetto “Salvare gli Orsi d’Europa” ha l’obiettivo di far coesistere questa specie insieme all’economia locale: un obiettivo non semplice da realizzare. L’orso bruno marsicano come ogni predatore, infatti, è in conflitto con la popolazione locale, pensate soltanto alle aggressioni agli alveari, ai frutteti e più raramente al bestiame. Collegare l’economia locale alla presenza di queste creature non è facile, ma come “Case nella natura” sta dimostrando, non impossibile.
Il turismo naturalistico in queste aree, ad esempio, è una risorsa a vantaggio di tutti e la costruzione di cinque “corridoi verdi” protetti che coprano collettivamente più di 100 mila ettari, sarà una soluzione per ridurre la mortalità degli orsi, ancora vittime di bracconaggio, avvelenamento e collisioni stradali, e allo stesso tempo una tutela per apicoltori e allevatori. Con la realizzazione di nuove recinzioni ed una segnaletica adeguata, finalmente gli orsi potranno essere al sicuro e riprodursi per ripopolare non solo il Parco Nazionale d’Abruzzo, ma anche il parco della Majella e quello Regionale Sirente Velino grazie proprio alla loro migrazione contenuta attraversando questi corridoi verdi.
Ovviamente non ho bisogno di cercare oltre.
Preparo lo zaino per la mia fuga dalla città, saluto il mio albero guida e mi dirigo verso la mia casa nella natura.