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di Laura Casarini

 

Il nostro viaggio è iniziato il 25 Aprile 2016 con l’arrivo a Auckland dopo aver ottenuto il visto Working Holiday che consente a coloro che hanno un’età inferiore ai 31 anni di poter venire in Nuova Zelanda e lavorare. Non è stato per niente facile decidere di venire qui, avevamo mille perplessità, non ultima la lontananza, ma piuttosto che stare ancora in Italia a farsi domande, abbiamo preferito partire e trovare delle risposte!

Noi a differenza di molti, abbiamo cercato subito lavoro appena arrivati e non trovandolo ad Auckland ci siamo spostati nella città attuale: Mt. Maunganui nella regione di Tauranga, una delle più belle della Nuova Zelanda. Finora non abbiamo visitato molto, oltre ad Auckland abbiamo visitato la zona sulfurea di Rotorua, Blue Springs un fiume cristallino molto particolare come se ne vedono pochi oggi giorno, le McLaren Falls, cascate all’interno di un parco stupendo e ci restano ancora moltissimi posti da vedere, sebbene la Nuova Zelanda non sia grandissima offre tantissimi paesaggi differenti. Ora qui siamo in inverno, dunque il tempo non è dei migliori per proseguire il viaggio di eplorazione, cosi ci dedichiamo al lavoro. Inizialmente abbiamo lavorato come raccoglitori di kiwi per un mese e ora lavoriamo come personale di un motel (tengo a precisare che per motel in Nuova Zelanda significa un complesso lussuoso di appartamenti, in questo caso in riva al mare) e cerchiamo di risparmiare per poter continuare a viaggare e magari non solo in Nuova Zelanda, anche nei dintorni, visto che l’Oceano Pacifico pullula di isole paradisiache! È il caso di parlare di come trovare lavoro in Nuova Zelanda. 

Preparate innanzitutto un curriculum che non sia del formato europeo perché  qui non lo accettano. Qui dovrete avere un curriculum per ogni posizione lavorativa a cui intendete candidarvi. I siti per la ricerca del lavoro (oltre che la ricerca di case e auto) sono i seguenti:

http://www.seek.co.nz/

è un sito utile per cercare diverse posizioni lavorative aggiornate quotidianamente, principale motore di ricerca per trovare lavoro

http://www.trademe.co.nz/

una sorta di Ebay neozelandese dove trovare di tutto: lavoro, casa, auto, compagni di viaggio

http://www.picknz.co.nz/

sito per eccellenza per trovare lavoro nel settore agricolo, specificatamente nella raccolta di frutta e verdura

http://www.backpackerboard.co.nz/index.php

questo sito è specializzato sulla ricerca del lavoro per persone come noi, viaggiatori che cercanon un modo per guadagnare soldi viaggiando.

Oppure l’altro sistema (da noi scelto) è di bussare letteralmente ai negozi o attività che vedete per strada (qui a Tauranga ce n’è per tutti i gusti) e chiedere espressamente se hanno bisogno di ciò che offrite. Quando vi dicono di mandare il curriculum è perché  non hanno bisogno, il più delle volte non vi chiedono il curriculum quando hanno intenzione di assumervi.

Ovviamente una buona capacità di adattamento è ancora più importante della conoscenza perfetta dell’inglese. Certo non si può pensare di venire qui e diventare ricchi, ma sicuramente di guadagnare abbastanza per pagarsi i costi del viaggio ed eventuali spostamenti. Vi ricordiamo che la paga è settimanale quindi ancora meglio! Altro benefit è che qui la paga base è rispettata e si parla (attualmente nel Luglio 2016) di 15.25$ all’ora per qualunque lavoro troviate. Se lavorate nell’agricolutura la paga non sarà oraria ma a cottimo, con la possibilità di maggiore guadagno.

È incredibile passeggiare per la città e vedere annunci appesi alle vetrine che stanno li per settimane quando in Italia tutto questo non c’è più (almeno non nella triste provincia bresciana). Gli italiani qui sono pochi perché la maggior parte sceglie l’Australia che è più “famosa”, noi abbiamo preferito la Nuova Zelanda proprio perché non se ne sente molto parlare e c’e’ meno concorrenza.

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Volete sapere qualche aneddoto anche un po’ strano? Vi abbiamo detto che siamo in inverno giusto? Vedete la gente che cammina per strada sotto la pioggia senza ombrello, a piedi nudi e con le infradito! Capita molto spesso di vedere queste scene e a noi viene ancora più freddo, non siamo abituati in Italia a queste cose. Oppure uscire di casa senza chiudere la porta a chiave, impensabile nella maggior parte del mondo. Ma la cosa più strana finora è stata vedere gente che dopo aver lavato i piatti col detersivo non li risciacqua ma li asciuga e basta.

La gente in generale è amichevole e curiosa di capire cosa ci fai qui, come e’ l’Italia (quasi tutti innamoratissimi della nostra cara vecchia Italia) e inoltre sono molto ospitali. Certo ci sono anche qui le persone antipatiche, ma fortunatamente finora ne abbiamo incontrate poche.

Diciamo che l’unico momento in cui ci hanno fatto sentire “di troppo” è stato quando abbiamo lavorato agli appartamenti poco tempo fa (non l’attuale motel, questo è venuto dopo).

Essendoci a lavorare una signora filippina (la leader delle pulizie), una neozelandese e una Maori, la filippina ci ha fatto capire più  volte che anche loro hanno bisogno di lavorare e che noi potevamo trovare altro. Purtroppo non tutte le persone sono gentili, ma questa è stata davvero un’eccezione, nell’attuale lavoro al motel abbiamo trovato una coppia neozelandese (per chi non lo sapesse si chiamano kiwi i neozelandesi) che addirittura ci ha fatto restare a pranzo da loro dopo il lavoro, quasi impossibile che avvenga di solito una cosa simile, ci preparano il te’ coi biscotti durante le pause di metà mattina e si complimentano con noi per il lavoro svolto. Direi che è una situazione di rispetto ammirevole e non ce ne sono molte. Se penso che in Italia gia’ solo per chiedere se hanno bisogno di te in un posto di lavoro ti guardano male e ti rispondono per le rime…ho detto tutto.

Non meno importanti sono le relazioni d’amicizia che vengono a crearsi quando si è in viaggio. Abbiamo conosciuto una coppia francese con cui siamo usciti varie volte a cena e siamo molto in sintonia. Ci aspettano nella zona della Camargue dove abitano, quando faremo ritorno in Europa. A volte si stringono relazioni più durature in viaggio piuttosto che con le persone che vedi ogni giorno al tuo paese. Persone con cui condividi uno stile di vita, modi di pensare, che spesso chi resta a casa non comprende. A quante persone abbiamo dovuto spiegare il perche’ della nostra scelta prima di partire? Qualcuno appoggia la nostra scelta altri…criticano.

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Siamo contenti di aver scelto la Nuova Zelanda, perché  anche se non certo perfetta, offre l’opportunità di vedere il tuo lavoro valorizzato, senti di fare la differenza, ti rendi utile e non da meno cresci e maturi tantissimo. Noi la consigliamo a chiunque si senta seriamente motivato perché sarà un bagaglio culturale e umano indimenticabile ma che anzi servirà come apri pista per tutti coloro che magari sono timorosi del grande salto. Dopotutto non si parla di un vero e proprio trasferimento, è solo un anno e passa pure alla svelta. È per i nostri cari a casa che non passa mai, sentendo la nostra nostalgia.

Si affrontano momenti di malinconia che però vengono ripagati dalla grande soddisfazione di avercela fatta, di aver realizzato un obiettivo importante e magari aiutare anche altri a prendere questa decisione. Se pensiamo a un anno esatto fa, quando in questo periodo eravamo seduti a chiacchierare sul da farsi e non sapevamo deciderci. Prima abbiamo pensato di fermarci per qualche tempo in una citta’ europea, poi vedendo che la crisi e’ forte e non avremmo avuto possibilita’ concrete abbiamo guardato piu’ lontano. È proprio vero che non si supereranno mai le paure se non si affrontano e cosi eccoci qui, nella terra dei vulcani e del surf, dove ancora è possibile una vita dignitosa e i diritti vengono rispettati. Sfortunatamente ci sono eccezioni, come ad esempio la piaga del bullismo che attanaglia anche queste scuole, la piaga del disagio sociale della popolazione Maori che vede le proprie usanze relegate a folklore e si trova appartata nelle periferie abusando di alcol e sostanze, infelici purtroppo costretti a elemosinare, tutto cio’ mette tristezza. Ogni luce ha la sua ombra ma come sempre bisogna prendere tutto di un posto e farne tesoro. Forse una cosa che qui manca e noi in Italia abbiamo ancora è la convivialità, lo stare seduti per ore a tavola a chiacchierare, mangiare a orari improbabili, quando qui invece il pranzo è tassativamente alle 11.30 o 12.00 e la cena alle 17.00. Sono piuttosto regolari, difficilmente vedi gente in giro dopo le 21.00, il che da un lato e’anche positivo, perche’ non si creano risse per colpa delle bevute. Ci sono veri e propri quartieri in cui si vedono grandi cartelli con scritto: NO ALCOOL ZONE e si viene multati se non si rispetta questa regola. Persino una birra comprata al supermercato e’ motivo di controllo passaporto, sebbene vedano che non siamo certo minorenni. Per non parlare dei prezzi…

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Tutto costa caro, per fare un esempio una pizza di dimensioni ridicole può costare dai 15$ ai 30$, una tavoletta di cioccolata semplice 4$, il formaggio, specialmente quello tipo Feta, 7$, un cappuccino 4$, un pacchetto di sigarette…20$! Cosi chi fuma sa già che per un po’ dovrà perdere il vizio se non vuole gravare sul portafogli. Ma su questo prezzo sono d’accordo! J Su tutto il resto penso siano un tantino cari come costi, se si vuole risparmiare bisogna comprare frutta e verdura, legumi, riso e pasta. Altrimenti la soluzione se non si vuole cucinare è quella di andare almeno a un pasto fuori a mangiare, come ad esempio la vasta scelta di ristoranti indiani che proprone menu completo a 10$ per il pranzo, oppure ristoranti turchi che con 15$ hai compresa la carne, riso, verdure e salse. C’e’ chi per risparmiare proprio tanto, fa la scorta di noodles a soli 65 cent ma meglio non vi dica cosa contengono gli ingredienti…

Sempre parlando di risparmio, ci sono giovani che optano per la soluzione di comprare il furgone fornito anche di materasso, tavolo e piccolo lavabo. La soluzione può sembrare ottima per dimezzare i costi, ma va considerato che se scegliete di fare questa esperienza d’inverno, sara’ facile vi troverete con il ghiaccio sul soffitto del furgone, perché qui la temperatura cala parecchio di notte e purtroppo conosciamo gente a cui è capitato. Meglio preferire di spendere qualche soldo in piu’ e dormire in ostello oppure come abbiamo fatto noi, in case private i cui annunci trovate sui siti che vi abbiamo segnalato.

Spendiamo 240$ a settimana per condividere la casa con un ragazzo e la sua bambina, a pochi passi dal mare e con la nostra stanza e bagno privati. Se pensate che in ostello ne chiedevano 180$ in un dormitorio con 10 persone e bagni comuni! Altrimenti l’altra opzione è fare woofer e avere l’alloggio gratis (non sempre è compreso anche il cibo) o fare couchsourfing.

Le nostre impressioni in generali sono buone, perché non stando a badare troppo ai difetti che ha un posto, considerando che ci stai un anno, penso offra le occasioni che avevamo sperato prima di partire, ma non fatevi idee esagerate di guadagno come qualcuno a volte sostiene. Probabilmente avremmo guadagnato di più andando in Australia, ma non ci sentivamo attratti ed è inutile investire tempo e soldi per una meta che non e’ di nostro interesse. Se volete c’è anche la possibilità di fare più di un anno se accettate di svolgere lavori agricoli per 3 mesi consecutivi, ottenete automaticamente il via libera per stare altri 3 mesi, oppure se siete persone altamente qualificate e volete proporre la vostra esperienza a qualche ditta, qui cercano molto, soprattutto nei settori ospedalieri, ma sempre quando hanno la garanzia che non ve ne andate dopo un anno, altrimenti non investono su di voi. Mattia ad esempio e’ programmmatore, ma nonostante i vari curriculum inviati, mai nessuno l’ha contattato, perche’ preferiscono innanzitutto dare lavoro agli autoctoni e in secondo luogo perché  restando solo un anno, non si scomodano a formarti, assumerti e poi te ne vai. I settori dove avrete maggiori sbocchi sono, dopo quello agricolo, il settore turistico, cercano pizzaioli e baristi in maniera assidua, anche commessi e aiuto parrucchieri, ma per questo tipo di lavori è meglio avere un inglese fluente, considerato anche l’accento poco comprensibile dell’inglese parlato qui ;). Chi come noi ha una conoscienza non eccellente della lingua, i primi tempi trova un po’ di difficoltà a farsi intendere, ma nulla è impossibile comunque. Volendo ci sono corsi gratuiti a cui poter partecipare per migliorare la lingua. Anche qui sono in voga le agenzie dell’impiego che, come in Italia, lasciano molto perplessi riguardo ai servizi che offrono. Invio la candidatura completa in inglese e dopo qualche giorno ricevo una chiamata in cui la ragazza dell’agenzia mi rifa’ le stesse domande a cui ho risposto nel curriculum…e poi non mi richiama piu’. E meno male che prima dicono che sei nella short list e quindi tra i possibili candidati prescelti! Insomma, la nostra opinione e’ che si cerchi lavoro evitando di passare tramite agenzie. Davvero risparmiate molto tempo.

Nuova Zelanda

L’immigrazione è formata per la maggior parte da asiatici, a seguire ci sono i tedeschi e gli inglesi e abbiamo scoperto pure i bosniaci o macedoni che aprono…ristoranti italiani. Ho lavorato per un po’ di tempo in uno di questi e propongono cucina italiana originale (o almeno ci provano) anche se io mi chiedo ancora se quella bistecca cucinata con sopra il gorgonzola sia effettivamente una specialita’ italiana…che hanno un po’ forzato. Comunque sono solitamente sempre pieni perché , diciamolo, cio’ che è italiano all’estero viene visto come sinonimo di qualità e bella vita, peccato che poi quando ci fanno qualche domanda restano allibiti riguardo alla realtà dei fatti. Noi consideriamo l’Italia davvero come un luogo bellissimo…più per le vacanze pero’ che per viverci o almeno attualmente con le situazioni paradossali che sta vivendo il nostro povero Paese. Tutti all’estero ci invidiano ve ne rendete conto? Abbiamo davvero tutto per essere uno stato “perfetto” nel senso che abbiamo ogni tipo di risorsa, specialmente paesaggistica e di ricezione. Perche’ non sappiamo darci il valore che meritiamo? Ce lo chiediamo parecchie volte, essendo cosi lontano, si fanno ragionamenti più ampi, si guarda la proprio patria con occhi diversi e cerchi di capire perche’ tutto stenta a prendere una direzione funzionale, poi provi a fare paragoni ma in fin dei conti, anche se qui in Nuova Zelanda sono piu’ “evoluti” in tante cose, la nostra italianità resta unica, la nostra terra resta intoccabile, perché è troppo bella anche solo per essere paragonata. Senti di voler difendere ciò che resta della qualità del tuo paese, proprio quando sei lontano ed è in questi momenti che esce tutta la nostra fierezza per un luogo tanto bistrattato e non tutelato, sarà mai possibile non riuscire a sentirsi a casa nel proprio paese? Forse è per questo motivo che siamo uno dei paesi con maggior tasso di emigrazione dopo la Romania? Per tutti questi giovani che come noi non sanno più che fare, ti senti smarrito e non vedi un futuro, al contempo non vuoi lasciare la famiglia, perché diciamolo: noi italiani non siamo mammoni, siamo coccoloni che è diverso. Ci piace stare in famiglia e ci piace stare insieme. In Nuova Zelanda (come in molto paesi anglosassoni) quando una persona è maggiorenne va a vivere da sola, forma una famiglia e ha già un buon lavoro. Sapete quanto prende di assegno una mamma qui? 200$ a settimana per figlio.

Detto questo, dopo aver tirato le somme, aver fatto paragoni (che spesso servono a poco), il nostro consiglio è di provare! Provare per una volta a seguire il cuore, per la razionalità c’e’ sempre tempo, provare a mettersi in gioco e capire cosa cerchiamo da questa vita, da questa gioventu che purtoppo passa troppo alla svelta per crogiolarsi nella noia, provare ad aprire gli occhi su orizzonti diversi, non per forza migliori, riscoprendo il valore delle proprie radici che portiamo in giro per il mondo e un pezzo di noi lo lasciamo inevitabilmente andare, impariamo il distacco che non significa malinconia, ma voglia di partire per vedere e toccare con mano realta’ tanto distanti ( in tutti i sensi). Il viaggio è la migliore meditazione ve lo assicuriamo.

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Redazione the trip
The Trip Magazine nasce agli inizia del 2010 a Roma per proporsi come punto di vista alternativo al modo convenzionale di viaggiare. Siamo uno spazio virtuale per la promozione della cultura del viaggio e dei suoi protagonisti. Amiamo la natura e i paesaggi, la storia ed i monumenti, ma prima di tutto amiamo le persone e le dinamiche umane che si celano dietro di esse, a tutte le latitudini del mondo.