La seconda tappa del diario di viaggio di Sabrina Quartieri ci porta nella Capitale della Giordania, Amman
Da un impressionante colpo d’occhio ad un altro, dopo aver visto il Mar Morto non è da meno lo scenario che si manifesta agli occhi del visitatore quando si ritrova ad osservare la capitale della Giordania, Amman, dalla sua Cittadella. In assoluto, il miglior punto panoramico per ammirare Amman, anche detta “La Bianca” per le tonalità tenui del suo skyline. Adagiata su sette colli come Roma, frenetica, vitale e caotica, l’antica Filadelfia d’Oriente è un concentrato di sorprese, e tutte da scoprire a poco a poco. Una giornata ideale in città comincia da una colazione all’“Intercontinental Jordan”, l’hotel che più di tutti ha fatto storia in Giordania. O meglio che l’ha raccontata, attraverso le voci e le testimonianze di tanti reporter di guerra che ha ospitato durante la Guerra del Golfo. La struttura, un tempo quartier generale della stampa internazionale, oggi non conserva più nulla degli ambienti di allora. Ma l’emozione per chi pernotta nelle sue stanze resta comunque forte. Se poi prima di coricarsi si apre il libro “I miei giorni a Baghdad” di Lilli Gruber, per ripercorrerne qualche pagina, la suggestione diventa incontrollabile. Si legge infatti che “Nell’inverno del 1991, nella hall dell’hotel Intercontinental nel cuore di Amman i giornalisti si spintonavano: alcuni convogli erano in partenza, altri in arrivo. Vi regnava un’attività frenetica. L’atmosfera era febbrile. Prendere la strada per Baghdad, su una grossa jeep bianca e arancione, era un po’ come partire per il fronte”. Nonostante siano passati anni, questo albergo resta per gli italiani un’icona simbolo della memoria di una delle pagine più dolorose della storia contemporanea. La mente torna a quegli anni, anche uscendo dall’hotel, quando la prima cosa che si vede è la facciata dell’edificio che al tempo della guerra ospitava l’Ambasciata americana. Ma il giro in città deve ancora cominciare e porterà poi alla scoperta dei quartieri che ospitano gli istituti culturali stranieri e le Fondazioni che si occupano di sociale e imprenditoria femminile.
Imperdibile, tra le cose da vedere, la scuola di autodifesa personale rivolta alle donne e aperta da una giovane ragazza oggi 29enne: il centro si chiama “She Fighter” e resta l’unico, nel genere, di tutto il Medio Oriente. Per chi vuole andare a caccia di souvenir, il posto giusto in città è “Downtoun”, una lunga strada tagliata da vicoli tra botteghe e bancarelle dove scovare oggetti insoliti da riportare a casa. Come le essenze di profumi di marca a soli tre dinari (poco più di tre euro), i fanghi o i sali del Mar Morto, le banconote di Paesi come lo Yemen o l’Iraq al tempo del regime dittatoriale di Saddam Hussein, oppure i datteri. Dolcissimi frutti che si offrono in dono quando si va in visita e che è possibile acquistare al mercato di frutta e verdura poco distante dall’elegante moschea di Re Hussein. Spostandosi invece nella zona più moderna del Boulevard, vale la pena fare un salto da “Fairouza kaftans”, una piccola boutique che stenta a farsi notare per via della sua sobrietà, ma che al suo interno mostra pregiatissimi abiti da sera che strizzano l’occhio alle “mise charmante” dei Paesi del Golfo, dell’Asia Centrale e della Turchia. Per un appuntamento gourmet con i sapori della tradizione invece, il posto giusto è “Sufra by Romero”. Una casa coloniale riadattata a ristorante con un garden “urban chic” che non manca di autenticità in quanto a menu. A partire dall’hummus, grande protagonista della cucina giordana e per questo anche detto “l’immancabile”.
Da non perdere, una volta ad Amman, l’occasione di visitare l’antica città di Jarash, testimonianza della grandezza dell’Impero Romano. Tra strade colonnate, templi, grandi piazze e teatri, è questo il sito archeologico meglio conservato del Paese e perdersi tra le sue bellezze è, insieme alla tappa di Petra, l’esperienza preferita dai turisti. Ma il fascino della gita fuori porta inizia già quando ci si mette in viaggio dalla capitale in direzione nord.
Sulla strada, qualsiasi guida ingaggiata per la giornata, non si dimenticherà di far notare un fatto rilevante e significativo a dir poco: se non si considera Gerusalemme, è Damasco la città capitale del Medio Oriente più vicina ad Amman. A separarle sono soltanto i 200 chilometri che portano anche a Jarash, una strada lungo la quale sarà impossibile non emozionarsi, nel sentirsi curva dopo curva, sempre un po’ meno lontani da quello splendido Paese che era la Siria.