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di Valentina Diaconale

Il dentifricio è sullo spazzolino. Lo specchio ti dice che forse è il caso di darti una pettinata. Batti le dita sul lavandino per contare quanto tempo ti rimane. Dieci minuti. Troppo pochi per shampoo caffè e la corsa in motorino. Cerchi la spazzola, non la trovi, imprechi e continui a cercare.

Every year is getting shorter never seem to find the time. Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines.

Gilmour ti ricorda dell’appunto che hai lasciato sul comodino. Lo cerchi non lo trovi. C’è segnato il nome della cittadina giapponese sommersa dallo tsunami del 2011. Mentre infili la scarpa sinistra tenti di ricordare ma ti viene in mente solo la regione della Transilvania dove William Blacker ha deciso di vivere. Sei seduto accanto allo scrittore anglo-irlandese. Ti racconta di un mondo incantato, di un mondo dove il tempo è stato fermato dalla foresta circostante. Ti sorride e tu ti senti a casa. Le scarpe sono allacciate, i capelli arruffati, l’orologio sulla scrivania ti dice che sono passati tre minuti e tu ancora non hai trovato la spazzola.

Ticking away the moments that make up a dull day.You fritter and waste the hours in an offhand way. Kicking around on a piece of ground in your home town. Waiting for someone or something to show you the way.

Le otto mani che hanno composto uno dei tuo brani preferiti sono come uno schiaffo in pieno volto. Ami la tua città natale, con i suoi ponti e i resti di una storia gloriosa. Ma il Colosseo assomiglia ad un Suv che ti taglia la strada nel caos del lunedì mattina. E tu sei ancora a casa bramando il cappello che ha sostituito la spazzola. Sei minuti. Sei in ritardo. Segui mentalmente il percorso da fare con il tuo SH affrontando il traffico e ti ritrovi sulla funivia di Hong Kong ad osservare dall’alto i cambiamenti della città-isola, ieri colonia britannica, oggi Regione Amministrativa Speciale della RPC, domani in attesa che Pechino indichi la via.

Tired of lying in the sunshine staying home to watch the rain. You are young and life is long and there is time to kill today. And then one day you find ten years have got behind you. No one told you when to run, you missed the starting gun.

Ascolti la pioggia scansare via il sole mentre con un sorriso ti infili il cappello che ti ha accompagnato per l’adolescenza. Quando le giornate scorrevano senza tic tac e il tempo viveva solo nelle cinque ore passate sui banchi di scuola. Richard Wright è al primo ritornello e tu smetti di sentirti bambino. Rovistando nel cassetto dei ricordi è spuntato l’appunto che cercavi. Yamamoto-cho, prefettura di Miyagi. Continui a ripetertelo in testa come un mantra cercando di visualizzare la fascia est del Giappone ma finisci su un’isola fantasma di nome Hashima. Hai le mani sporche di carbone e stai correndo per non perdere la nave che ti porterà via da quella landa di cemento. Due minuti.

So you run and you run to catch up with the sun but it’s sinking. Racing around to come up behind you again. The sun is the same in a relative way but you’re older, shorter of breath and one day closer to death.

Il tempo è scaduto.

 

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