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Situato nel cuore delle Dolomiti Lucane, arroccato e protetto da questi imponenti massi di arenaria che il vento e la pioggia hanno incessantemente scavato nel corso del tempo, Castelmezzano si rivela in modo del tutto insolito.

Per entrare in paese, infatti, bisogna percorrere una galleria scavata nella roccia, subito dopo aver attraversato un piccolo canale. Questa spettacolare posizione è stata fondamentale per la difesa del borgo nel corso dei secoli, la cui origine è datata intorno al X secolo d.C. Il nome deriva dal Castrum Medianum (letteralmente castello mediano) costruito qui dai Normanni tra il XI e il XIII secolo d.C., ed è così chiamato per la sua posizione rispetto a quelle dei centri vicini di Pietrapertosa e Brindisi Montagna. Del castello sono ancora visibili i resti delle mura, una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e le scale scavate nella roccia che permettevano di accedere al punto di avvistamento più alto, da cui era possibile monitorare l’intera valle del fiume Basento. La struttura urbana di Castelmezzano, tipicamente medievale, è un raro esempio di equilibrio sostenibile tra componenti naturali e intervento umano. Il borgo si presenta infatti come un agglomerato di case concentriche con tetti in pietra arenaria incastrate in una conca rocciosa.

Numerose e ripide sono le scale che si aprono tra i vicoli e che invitano a salire sulle cime a strapiombo e a godere dei meravigliosi panorami delle Dolomiti Lucane.
Fuori dal paese, sentieri, scalinate e ponti in pietra permettono di raggiungere la valle del Caperrino, caratterizzata dai resti di antichi mulini costruiti a secco e i cui tetti sono realizzati con lastre di pietra locale, detta “chiang” nel dialetto del posto.

Castelmezzano sorge nell’area del Parco di Gallipoli Cognato Dolomiti Lucane che, oltre alla bellezza incontaminata del paesaggio, rivela le tracce di una storia millenaria testimoniata dalla presenza delle mura megalitiche dell’insediamento, denominato Croccia Cognato, del IV secolo a.C.

Castelmezzano e Pietrapertosa sono collegati da un sentiero chiamato “Il sentiero delle Sette Pietre” che “trae ispirazione dai racconti, tramandati oralmente fra le generazioni e dall’immaginario collettivo su cui si fonda il testo Vito ballava con le streghe di Mimmo Sammartino” (Sellerio editore Palermo).

I due paesi sono raggiungibili tra di loro anche con il famoso “volo dell’angelo” e offrono due percorsi di arrampicata sportiva lungo la Via Ferrata delle Dolomiti Lucane, la prima via ferrata dell’Italia Meridionale.

Un’area poco conosciuta ai più che, anche per questo, merita serene e lente passeggiate con occhi pronti a farsi sorprendere da scorci pittoreschi e meravigliose ampie vedute.

di Samyra Musleh
Foto di Sara Cella

 

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Samyra Musleh - Chief Editor
Antropologa, divulgatrice scientifica e content manager è caporedattrice per ThetripMag a tempo pieno. Ibrida dalla nascita, metà italiana e metà giordano palestinese, vive rincorrendo la cosa che ama di più: andare a caccia dei vocaboli giusti per raccontare storie che rimangano impresse. Ama la natura ma anche la tecnologia, i contesti multiculturali, il giornalismo d’inchiesta e i libri di fantascienza. È sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare e posti nuovi da conoscere. Iperattiva e versatile, prova a reinventarsi ogni giorno per non soccombere alla giungla urbana che la circonda insieme al suo fidato compagno di vita a 4 zampe.