L’Olanda nasconde ancora oggi quella sua natura incontaminata che dominava tutto il territorio prima dell’arrivo delle dighe dell’uomo. Quel luogo si chiama il Mare di Wadden.
Il Mare di Wadden è il più grande sistema di pianure di marea del mondo, dove i processi naturali procedono in gran parte indisturbati. Si estende lungo le coste della Danimarca, della Germania e dei Paesi Bassi.
Per i suoi valori geologici ed ecologici unici al mondo, il Mare di Wadden è elencato dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. In nessun altro posto al mondo esiste un paesaggio così dinamico con una moltitudine di habitat, modellati dal vento e dalle maree.
Questi luoghi sono un punto di passaggio fondamentale per milioni di uccelli migratori che, a causa del cambiamento climatico e dell’agricoltura rischiano di perdere un delicato equilibrio naturale. Ho seguito per una settimana, per il progetto “Habitat – la geografia degli altri” insieme al giornalista Lorenzo Colantoni, un team di ricercatori che studia il fenomeno, e segue alcuni di questi migratori che usano l’Olanda come tappa di un lungo e incredibile viaggio che dalla Siberia li porterà fino al sud del mondo.
Ho scoperto come l’antico e il nuovo possono cooperare, come cacciatori e nuove generazioni di ricercatori hanno trovato nell’utilizzo di vecchi metodi di cattura e nuove tecnologie di geolocalizzazione la soluzione per studiare questo problema e trovare presto una soluzione per imparare ad adattarsi a questo cambiamento.
Testi e fotografie di Marco Barretta