Il fiume Piave è uno dei più importanti e storici fiumi italiani, che nasce dalle Dolomiti e sfocia nel mare Adriatico. Lungo il suo percorso, il Piave attraversa diverse regioni e paesaggi, ma anche diverse problematiche ambientali.
Una di queste l’abbiamo raccontata per il progetto Adaptation, con il giornalista scientifico Marco Merola, ed è legata agli impatti antropici, cioè alle modifiche che l’uomo ha apportato al fiume e al suo territorio. Questi impatti sono iniziati soprattutto dalla metà del secolo scorso, quando si è intensificata l’attività industriale e agricola nella zona. Per sfruttare le risorse idriche del Piave, sono state costruite numerose dighe sia sul fiume che sugli affluenti, che hanno influenzato il trasporto del materiale solido e il regime idrologico. Inoltre, tra gli anni ’60 e ’80, si è verificata una forte escavazione dei sedimenti dal letto del fiume, per ricavarne ghiaia e sabbia da usare nell’edilizia. Questa pratica ha alterato ulteriormente le dinamiche del fiume, riducendo la sua capacità di autoadattamento e aumentando il rischio di erosione delle sponde.
Un’altra problematica ambientale riguarda le alluvioni nel basso Piave, cioè nella parte finale del fiume prima della foce. In questa zona, il Piave si restringe notevolmente a causa delle opere di arginatura che sono state realizzate per proteggere i centri abitati e le colture agricole dalle piene. Tuttavia, questo restringimento ha causato un problema significativo con le alluvioni, soprattutto negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici che hanno portato a eventi meteorologici più intensi e frequenti. Il fiume arginato è capace di gestire portate di circa 2800-3000 metri cubi al secondo, ma grandi eventi di piena richiedono oltre 4500-5000 metri cubi al secondo. In queste condizioni, il Piave non riesce a contenere la massa d’acqua e si verifica il fenomeno dell’esondazione, cioè lo straripamento del fiume oltre gli argini. Questo comporta gravi danni alle infrastrutture, alle attività economiche e alla sicurezza delle persone.
Di seguito l’intervista completa a Nicola Surian, docente di Geomorfologia dell’Università degli Studi di Padova:
Articolo, riprese e montaggio di Marco Barretta