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Un gioco pericoloso quello di questi cuccioli di orso bianco
immortalati dal leader della spedizione artica Jens Wikström a
Lifdefjorden, nelle isole norvegesi Svalbard e intenti a ingerire
pezzi di plastica.

«Su queste isole remote, ho visto non solo giovani orsi
curiosi ma anche volpi artiche giocare e ingerire residui di
plastiche che arrivano sulla costa attraverso le correnti nord
orientali dell’Oceano Artico o con la Corrente del Golfo che sale
dall’Europa» afferma il naturalista, sottolineando anche
l’importanza dell’inquinamento dovuto alle plastiche che noi non
siamo in grado di vedere ovvero le microplastiche».

La plastica non è un materiale biodegradabile quindi non si
estingue come una buccia di una mela e contamina l’ambiente
circostante diventando parte della catena alimentare degli orsi
polari.

Cuccioli di orso in questo caso che, come tante altre specie,
subiscono le dirette conseguenze dei nostri comportamenti
inquinanti, morendo soffocati o intossicati lentamente come già
ben documentato in passato dagli sconvolgenti reportage del
fotografo Chris Jordan sull’isola di plastica.

Una testimonianza
importante, anche questa volta, che Wikström ha realizzato per
sensibilizzare su una tematica purtroppo sempre attuale.

di Samyra Musleh
Foto copertina di Naja Bertolt Jensen on Unsplash

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Antropologa, divulgatrice scientifica e content manager è caporedattrice per ThetripMag a tempo pieno. Ibrida dalla nascita, metà italiana e metà giordano palestinese, vive rincorrendo la cosa che ama di più: andare a caccia dei vocaboli giusti per raccontare storie che rimangano impresse. Ama la natura ma anche la tecnologia, i contesti multiculturali, il giornalismo d’inchiesta e i libri di fantascienza. È sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare e posti nuovi da conoscere. Iperattiva e versatile, prova a reinventarsi ogni giorno per non soccombere alla giungla urbana che la circonda insieme al suo fidato compagno di vita a 4 zampe.