La mia passione per l’Artico risale a quando ero bambina. Sono sempre stata incuriosita da questo mondo di ghiaccio, da questi luoghi così inospitali e remoti. Quando i miei amici guardavano i cartoni animati, io guardavo qualsiasi tipo di documentario o programma che parlava dell’Artico. Crescendo l’Artico è diventato il mio oggetto di studio principale, ho studiato la sua fauna e i suoi abitanti aumentando sempre di più il mio desiderio di partire alla scoperta di questo angolo ai confini del mondo. Il colpo di grazia me l’ha dato un documentario sulla Lapponia e sull’Aurora Boreale che vidi quando andavo ancora a scuola. Fu amore a prima vista!

Appena ne ho avuto la possibilità ho preparato uno zaino e sono partita per la Lapponia, una terra che amo profondamente e che ormai è diventata la mia seconda casa. Avevo creato un itinerario all’altezza dei tanti sogni che avevo e sono partita. Fin dal primo istante in cui arrivai in questo luogo fiabesco ho avuto la possibilità di meravigliarmi di fronte alla bellezza della natura ancora incontaminata e di entrare a contatto con una cultura tanto complessa quanto meravigliosa, quella del popolo Sami. Negli anni ho trascorso davvero tanto tempo con loro e ho scoperto in loro una cultura forte, orgogliosa e un forte senso di appartenenza alla loro terra e alla natura. Da allora non mi sono più fermata, ho viaggiato tantissime volte in Lapponia, girandola in lungo e in largo, e mi sono spinta sempre più a Nord, fino a raggiungere l’81° parallelo!
Sono riuscita a trasmettere questo mio amore per l’Artico anche a Luca, che oggi mi segue e appoggia ogni mia strana idea! Dopo tanti anni di viaggi nell’Artico, abbiamo sentito il bisogno di andare ancora più a fondo, di immergerci totalmente in questo mondo che tanto amiamo, di provare sulla nostra pelle cosa significa vivere in questi luoghi ai confini del Mondo. Abbiamo sentito il bisogno di poter fare di più per salvaguardare il nostro amato Artico. Così abbiamo creato sul nostro blog, diventato ormai un punto di riferimento per chi desidera viaggiare nel Grande Nord, due differenti progetti.

Il primo è intitolato Artico, un Mondo da proteggere oltre il Circolo Polare Artico. Con questo progetto ci impegniamo a sensibilizzare la maggior parte delle persone su temi molto importanti per queste fragili zone e non solo: il riscaldamento globale e l’inquinamento, soprattutto quello dovuto alla plastica. Purtroppo abbiamo avuto modo di toccare e sperimentare sulla nostra pelle quanto questi siano problemi reali e quanti danni siano in grado di causare all’ambiente Artico, alla fauna e alla popolazione.
Le coste delle Svalbard ad esempio, sembrerà strano, ma ogni giorno sono raggiunte da una quantità enorme di rifiuti trasportati dalle correnti marine. Alcuni scienziati che lavorano sulle isole ci hanno raccontato addirittura che in alcuni esemplari di pesci sono state trovate tracce di shampoo per capelli e di mascara. Il ghiaccio marino negli ultimi anni non si è formato come avrebbe dovuto, i ghiacciai si sono ritirati più del previsto e tutto questo causa gravi danni all’ecosistema e agli orsi polari, che durante l’inverno utilizzano il pack marino per cacciare le loro prede principali, le foche.
In Groenlandia invece gli Inuit ci hanno raccontato di come anni fa era possibile spostarsi addirittura fino alle isole grazie al pack marino, mentre adesso ghiacciano solamente le baie. In Siberia il riscaldamento globale ha causato uno scioglimento del permafrost inaspettato, riportando alla luce carcasse di animali rimaste intatte, molte delle quali ancora infette. Grazie al permafrost i virus in esse contenuti si sono mantenuti, causando una moria di renne utilizzate dalle popolazioni nomadi per vivere. Questi sono solo alcuni esempi, ma ce ne sarebbero tanti altri. Grazie a questo progetto, e tramite il nostro blog, ci impegniamo giornalmente ad informare e rendere più consapevoli i nostri lettori che intendono visitare questi posti.

Il secondo progetto è più recente ed è intitolato People of the Arctic. Questo progetto è una raccolta di reportage sulle popolazioni autoctone che vivono nell’Artico e lottano ogni giorno contro la natura per sopravvivere. Nasce dalla voglia di dare una voce a queste popolazioni sconosciute alla maggior parte delle persone, dalla voglia di sperimentare sulla nostra pelle cosa vuol dire vivere in condizioni estreme e dalla curiosità di conoscere queste tradizioni e culture millenarie.
L’Artico è abitato da popolazioni indigene e autoctone da migliaia di anni. Oltre il 66° parallelo Nord oggi vivono circa una quarantina di diversi gruppi etnici che, nel corso dei secoli, sono riuscite ad adattarsi alle condizioni estreme delle varie regioni in cui vivono, dalla Siberia all’Alaska, dal Canada alla Groenlandia, dalla Russia alla Lapponia. Questi popoli sono stati in grado di creare una speciale connessione con la natura e la terra che li ospita, hanno sviluppato diverse usanze e diverse lingue. Vivono di caccia, pesca e allevamento, si sono costruiti abitazioni per proteggersi dal freddo e si sono cuciti vestiti con le pelli degli animali per proteggersi dalle rigide temperature. Hanno studiato il tempo e hanno imparato a prevederlo, hanno imparato a spostarsi in barca e con gli sci o con le slitte e hanno imparato a conoscere il ghiaccio marino per potersi spostare alla ricerca di cibo.
Le varie popolazioni si differenziano per le loro tradizioni, la loro cultura, la loro storia e la loro economia, ma sono accomunate da un unico fattore: il rischio di subire cambiamenti sostanziali nel loro stile di vita a causa della globalizzazione, della politica e ai cambiamenti climatici.

Negli anni abbiamo passato del tempo con gli Inuit, con i Sami e con i Nenets, con i quali abbiamo vissuto per un po’ di tempo dispersi sui Monti Urali Polari in Siberia. Nei prossimi anni il progetto si allargherà anche ad altre popolazioni con le quali abbiamo intenzione di passare un po’ di tempo ed immergerci totalmente nella loro vita quotidiana, con la speranza di riuscire a trasmettere qualche emozione a chi ci legge e che questo progetto possa raggiungere il cuore di più persone possibili.
I Sami sono forse i più conosciuti. Sono i nomadi allevatori di renne che vivono nelle aree circumpolari di Finlandia, Svezia, Norvegia e della Russia Nord-occidentale, l’unico popolo indigeno ufficialmente riconosciuto nell’Unione Europea. I Sami hanno una forte identità e autonomia culturale, la più antica del Nord Europa. Dopo tanti anni di lotte sono riusciti a farsi riconoscere un proprio parlamento, una propria bandiera, un inno e a mantenere vive le loro tradizioni originali, seppur in minima parte. Inizialmente erano suddivisi in 3 sottogruppi: i Sami delle Foreste, che vivevano cacciando animali selvatici e pescando nei fiumi, i Sami del Mare, che vivevano nei siida lungo la costa settentrionale della Norvegia cacciando in inverno e pescando in estate, e i Sami delle Montagne o delle Renne, che vivevano di pastorizia e allevamento delle renne. Oggi invece la maggior parte di loro ha abbandonato l’allevamento delle renne, tradizione mantenuta solamente dal 10% dell’intera popolazione.

I Nenets sono una popolazione di origine samoieda, indigena della Russia. Anche loro sono pastori di renne e da oltre 6.000 anni popolano l’estremo Nord della Siberia, dalla penisola di Kanin fino alla penisola del Tajmyr. Ad oggi si contano circa 500.000 renne da loro gestite e per farsi aiutare nel loro lavoro, nel corso degli anni, sono stati in grado di far adattare la razza di cane samoiedo alle rigide condizioni climatiche. I samoiedo svolgono il ruolo di cani pastore e vengono utilizzati per trainare le slitte. Abbiamo avuto modo di vederli all’opera diverse volte e sono davvero molto intelligenti e bravi. I Nenets o Nenci si dividono a loro volta in due gruppi distinti: i Nenci o Nenets della Tundra, che vivono nel Nord della Siberia e sono allevatori di renne, e i Chandejar o Nenets/Nenci della Foresta, che vivono più a Sud e le loro attività principali sono la caccia e la pesca.
Gli Inuit invece sono una popolazione più complessa da studiare e si suddividono in diversi sottogruppi sparsi nell’Artico canadese, in Alaska e in Groenlandia. In Groenlandia ad esempio oltre l’80% della popolazione dice di avere origini Inuit e vi si trovano 3 diversi gruppi: il più grande è quello dei Kalaallit, diffuso in buona parte del Paese, a Est troviamo i Tunumi, che vivono di caccia ai mammiferi marini, mentre nell’estremo Nord troviamo gli Inughuit, che costituiscono circa l’1% della popolazione groenlandese e sono il gruppo di Inuit che vive più a Nord di tutti.