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Il Mongol Rally è una gara automobilistica o motociclistica (in base al mezzo) non competitiva, a scopo di beneficenza, che nasce nel 2004 e nel giro di 18 anni ha decuplicato i partecipanti. Dopo due anni di stop, causa pandemia, quest’anno si riparte il 17 luglio da Praga per arrivare il 6 agosto a Tbilisi in Georgia.

Il punto di partenza è sempre stato variabile, ma solitamente è tra il Regno Unito e la Repubblica Ceca. L’arrivo, nelle prime edizioni, è stato in Mongolia (Ulan Bator), per poi essere spostato in Siberia (Ulan Ude). Purtroppo la guerra in Ucraina, quest’anno, ha costretto gli organizzatori a rivedere il percorso.

Le regole per partecipare sono poche e molto semplici:

1) I veicoli devono avere più di 10 anni di età (6 i mezzi di soccorso) e una cilindrata di 1.000- 1.200 cc., 125 cc. i motocicli.

2) Non c’è assistenza di nessun tipo, né tecnica né medica: bisogna vedersela da soli in caso di imprevisti.

3) La partenza e l’arrivo sono stabiliti, ma è possibile variare il percorso.

4) Questa è una gara di beneficenza, è fondamentale che ogni team raccolga almeno 500 sterline, non importa se circa il 50% dei partecipanti non arriva alla fine. Quest’anno i fondi saranno devoluti all’ONG “D.E.C.”, la Disasters Emergency Committee, (insieme di 15 enti di beneficenza tra i più importanti del mondo) che li investirà per aiutare i profughi ucraini e le popolazioni vicine coinvolte nella guerra. Ovviamente ogni team può scegliere un ente benefico che opera sul proprio territorio di origine.

Partecipare a una tale avventura può sembrare una follia, ma è una vera e propria missione. E si viene ripagati con la possibilità di vivere un’esperienza unica nel suo genere e visitare luoghi autentici, fuori dalle rotte turistiche commerciali.

Beh ci state facendo un pensierino? Perché noi sì!

di Samyra Musleh
Tutte le foto di Official Site Mongol Rally

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Samyra Musleh - Chief Editor
Antropologa, divulgatrice scientifica e content manager è caporedattrice per ThetripMag a tempo pieno. Ibrida dalla nascita, metà italiana e metà giordano palestinese, vive rincorrendo la cosa che ama di più: andare a caccia dei vocaboli giusti per raccontare storie che rimangano impresse. Ama la natura ma anche la tecnologia, i contesti multiculturali, il giornalismo d’inchiesta e i libri di fantascienza. È sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare e posti nuovi da conoscere. Iperattiva e versatile, prova a reinventarsi ogni giorno per non soccombere alla giungla urbana che la circonda insieme al suo fidato compagno di vita a 4 zampe.