Immaginate di essere sulle rive del Titicaca, un posto magico immerso in natura incontaminata dove mai un turista ha messo piede. Voi siete i primi. Non è questo ciò che ogni viaggiatore sogna?
Appena atterrati a La Paz il 6 Gennaio, la mancanza di ossigeno ci affatica il respiro. L’emozione di rivedere questi luoghi a un anno esatto di distanza ci fa però dimenticare tutta la fatica. Lasciamo l’aeroporto in direzione nord e dopo quasi due ore tutto d’un tratto le acque del Titicaca ci affiancano l’auto. Lo sguardo si perde sul lago navigabile più alto al mondo, a quasi quattromila metri terra e cielo sono così vicini che a volte sembrano toccarsi. Il sole tagliente dell’altopiano disegna paesaggi netti e decisi, il verde acceso della terra divide a metà il blu delle acque e del cielo. In lontananza le cime bianche innevate della Cordillera Real ci ricordano che siamo nel bel mezzo delle Ande.
Dopo qualche chilometro di curve la costa si arriccia su se stessa e in una baia invitante giace Santiago de Huata. Qui Linda ed io abbiamo deciso di fermarci un anno intero, dodici mesi per aprire una nuova rotta turistica per un progetto di turismo comunitario.
Era l’inverno del 2015 e stavamo attraversando l’America del Sud: tre mesi tra Perù, Bolivia, Argentina e Cile. Quasi per caso scegliemmo una strada alternativa tra Copacabana a La Paz. Un nostro vecchio amico ci aveva dato il contatto di un padre italiano in quella zona che forse poteva trovarsi ancora lì. Il 23 Dicembre lo contattammo e due giorni dopo abbiamo festeggiato il Natale a Santiago de Huata. Padre Leonardo Gianelli ha lasciato la sua parrocchia di Gubbio nel duemila per diventare missionario in Bolivia e da allora non è più tornato. “Amo questa terra, con tutte le sue bellezze e contraddizioni. E’ un luogo di povertà ma non miseria”.
Huata però si sta spopolando, i giovani migrano verso La Paz o le piantagioni di coca alla ricerca di un futuro migliore. Alcuni riescono, molti si perdono tra periferie e alcol, nuovi schiavi di un sogno di modernità. Spinto dall’urgenza di arginare questa migrazione di poveri, padre Leo ha pensato al turismo come l’unica possibilità di futuro. Ha creduto talmente tanto in questo progetto che adesso Santiago è entrato a far parte di un piano nazionale per lo sviluppo del turismo comunitario in aree rurali. Qui entriamo in gioco noi. Per tutto il 2017 Linda ed io guideremo il progetto turistico di Santiago de Huata, gli anni di esperienza nel settore alberghiero per Linda e come Guida Ambientale Escursionistica per me ci permetteranno di dare una mano qualificata.
Il primo mese è stato già pieno di emozioni. Abbiamo rivisto gli amici lasciati un anno fa: Cristina, Rosita, Hortensia, Victor, Luisa, Riguccio. Con loro abbiamo cominciato a lavorare sul progetto per la nuova stagione turistica che inizierà in Maggio. Nella bellissima casa di ritiro “José Ferrari” stiamo ricavando camere confortevoli e attrezzate adatte anche al turista più esigente. Il posto è magico, direttamente affacciato sul lago e sulla famosa spiaggia di Chuquinapi, un’oasi di tranquillità e confort in mezzo alla natura. Lavoreranno nell’impresa turistica circa dieci ragazzi del posto che stiamo formando. I responsabili della struttura sono Victor e Luisa, laureata in Turismo, mentre lo chef è Romer, diplomato nella migliore scuola di cucina di La Paz.
Victor ci ha portati ad esplorare tutta la zona di Huata fin nei suoi angoli più nascosti e le attività che si possono fare qui a Santiago sono davvero tante. Il lago è protagonista con i due catamarani di alta tecnologia costruiti dalla falegnameria del paese su disegno di due ingegneri italiani. Puntiamo a che Santiago de Huata diventi un santuario per gli amanti della vela essendo la località che offre l’esperienza di navigazione a più alta quota nel mondo. In più ci sono tantissimi trekking da fare nell’altopiano alla scoperta dei villaggi più sperduti. Per chi cerca la montagna si organizzano escursioni guidate nella Cordillera Real in collaborazione con la Scuola Andina di Penas, a un’ora di auto da Huata.
Ogni anno migliaia di turisti visitano l’Isla del Sol, La Paz e il Salar de Uyuni. Riusciremo ad attirare un po’ di questo flusso? Adesso il piano di lavoro è cominciare a farci conoscere. Già da quest’anno ci apriremo al turismo italiano e internazionale contattando agenzie di turismo responsabile e mettendoci online sui più importanti siti di prenotazione.
Adesso manca solo che ci veniate a trovare. Visitare Santiago de Huata non significa solo fare vacanza, vuol dire anche fare qualcosa di buono per la gente di qui e per se stessi. Soggiornare qui significa conoscere direttamente le facce di Victor, Luisa, Romer, Jaime, Haide, Delshi, di chi lavora al progetto e ci crede perché questo rappresenta il loro futuro. Per chi è interessato può contattarci direttamente al nostro indirizzo email. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi del progetto su The Trip Magazine e sul mio blog www.fabiomarzi.com. Un saluto da Santiago de Huata, vi aspettiamo!
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