reportage fotografico di Lorenzo Castore | agencevu.com / luzphoto.com
Acqua è dove, a Benares, la gente scende a purificarsi da ogni peccato, e dove, specialmente nel Gange, ogni hindu desidera si perdano le proprie ceneri. Acqua sono i fiumi, i torrenti e le pozze ai quali ogni mattina gli abitanti dei cinquecentomila villaggi dell’India rurale scendono con le loro brocche. Acqua in India è quella che scivola dai vertiginosi ghiacciai dell’Himalaya verso la grande pianura. E acqua è quella dei monsoni che si scaricano sulle campagne e sulle foreste, irrigandole per tutto l’anno.
Qui l’acqua non è solo una questione di vita o di morte o di lotta per averla. Qui è anche fede e purificazione. È linea di comunicazione tra realtà e infinito, il confine tra la nostra limitatezza e qualcosa a cui la mente non può arrivare.
Si dice che Allahabad, nell’Uttar Pradesh, sia bagnata da tre fiumi. Due sono quelli visibili, il Gange e lo Yamuna, alla cui confluenza ogni dodici anni si svolge il più importante ritrovo degli induisti; il terzo, lo Sarawati, non c’è.
BIOGRAFIA
Lorenzo Castore nasce a Firenze il 22 giugno 1973. Ha lavorato in Europa (1997-2001), a New York (1997-2001), Cuba (2000-2002) e in India (1997-2001): privilegia progetti a lungo termine e collaborazioni particolari su temi più diversi. Il suo interesse principale è la vita e la memoria e i loro aspetti più misteriosi e nascosti in relazione con storie individuali e personali e con la Storia. Le sue opere cercano di essere semplici e complesse allo stesso tempo, e sono realizzate utilizzando differenti linguaggi fotografici a seconda delle esigenze narrative. I suoi lavori sono stati pubblicati su molte riviste come Le Monde 2, Liberation, Sunday Telegraph, L’Espresso, Amica, Ventiquattro, D, Marie Claire, Die Zeit, Sportweek ect. Ha vinto il premio Mario Giacomelli (2003) e il premio della Leica European Publishers (2005). Ha pubblicato due libri: Nero (2004) e Paradiso (2006). Rappresentato da Agence I Galerie VU’. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre personali e collettive.