reportage di Giulia Mangione
giuliamangione.com
Piccola, barocca e accogliente. La Valletta ti strega con il suo dedalo di stradine incorniciate da panni stesi al sole, minuscole porte azzurre e il rimbombare regolare dei cannoni che dal Grand Harbour scandisce il mezzogiorno.
Fondata quattrocentocinquanta anni fa dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni, la Capitale dell’arcipelago maltese oggi è diventata una vera e propria City.
Il 28 marzo del 1566 il Gran Maestro Jean Parisot de la Valette depose la prima pietra di questo raro gioiello di architettura e storia, tanto prezioso da essere dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1980.
L’Humilissima Civitas Valettae nacque come fortezza sulle aspre rocce del Monte Sceberras che, grazie alla sua conformazione, assicurava al nuovo insediamento una posizione strategica fondamentale per la difesa dell’isola. Quella lingua di terra che finisce a picco sul mare, infatti, crea due porti naturali, Marsamxett e Grand Harbour, intorno ai quali in soli quindici anni fu costruita l’intera città.
Base dalla Marina britannica durante la Seconda Guerra Mondiale, La Valletta fu gravemente danneggiata dai bombardamenti tanto da essere praticamente abbandonata per quasi un ventennio. Destino che non le si addice affatto.
Nominata Capitale Europea della Cultura per il 2018, oggi la città racchiude tra le sue mura cinquecentesche ricchezze storiche ed esperimenti architettonici capaci di unire il moderno con l’antico in un perfetto equilibrio tra tradizione e avanguardia.