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Se cinque anni fa mi avessero detto che avrei organizzato un viaggio del genere, volontariamente…
(Roma)
Io sono pigra. Sono nata pigra. Ma adoro camminare. Questa cosa di mettere un piede davanti all’altro e continuare così mi viene proprio bene. E sono davvero poche le cose che mi vengono bene. Anche organizzare viaggi mi viene bene. Niente di più semplice. Due giorni di vacanza con Davide, il mio compagno. Ne abbiamo organizzati insieme tra partenze improvvise e semplici gite. Un anno e mezzo è volato. Posso dirlo: non sono mai stata meglio. Problemi, scontri, liti, angoli smussati, spigoli presi in pieno, eppure eccoci qua, a sperimentare per la prima volta cos’è l’amore, quello reale, non quello delle favole, nemmeno quello dei libri, che pure insieme ne abbiamo letti tanti.
Questo fine settimana lo trascorreremo camminando. Ma non quel camminare senza meta, con il cervello che ti frulla e il passo svelto e nervoso. Piuttosto un lungo tragitto che ci riempia lo sguardo e ci distenda la mente. C’è questo tratto della Francigena, da Monteriggioni a Siena, che dicono sia uno dei più belli. Passeggiando tra boschi e colline, in circa cinque ore si completa il percorso, l’undicesima tappa indicata da Sigerico. Domani si parte, è tutto organizzato, ma stamattina da una scintilla è scoppiato un incendio. C’è mancato poco che partissi da sola, e finché non saremo in macchina, tra qualche ora, avrò ancora dei dubbi sulla nostra partenza.
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Contro ogni aspettativa, partiamo.
(Alle terme)
Partiamo senza rivolgerci la parola. Al secondo prosecco in autostrada iniziamo a scambiarci qualche osservazione. Alla vista della campagna toscana (con campari) iniziamo a distenderci. Arrivati alle terme di Bagno Vignoni smettiamo di odiarci.
Si sta proprio bene alle terme. Il luogo è molto suggestivo: un micro borgo che al posto della piazza principale ha una piscina di acqua sulfurea, oggi non più balneabile, e due impianti termali. Uno più signorile, con vista sulla piazza/piscina, l’altro molto anni Ottanta, con una grande vasca all’aperto che si affaccia sulle verdi colline. Scegliamo il secondo. Siamo solo noi e una coppia di immancabili tedeschi.
L’ho già detto che si sta proprio bene alle terme?
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La legge di Murphy.
(Passeggiata notturna)
Il viaggio prosegue e mi rendo conto che per questa storia di doverlo mettere per iscritto non solo mi vengono delle ansie da prestazione, ma quasi niente va come dovrebbe andare.
Riusciamo a litigare anche al ristorante e durante la passeggiata notturna per Siena sembriamo colpiti dalla sindrome di Tourette. Dormiamo male e la sveglia non suona come la solita sveglia delle vacanze. Il sole, però, splende alto nel cielo.
—04
Lei non sa chi sono io.
(Da Monteriggioni a Siena)
Arriviamo dentro le mura, un paio di minuti per visitare tutto il paese, e prima di partire proviamo a entrare nel centro di accoglienza del pellegrino, per avere qualche notizia in più. Dietro al bancone c’è una ragazza che parla al telefono e parla e parla e non smette neanche quando cerco di incrociare il suo sguardo per farle capire che vorrei delle informazioni. Esco indispettita. Respiro, rientro. Ancora al telefono, alzo la voce dicendole che vorrei sapere qualcosa in più sul percorso. Senza smettere di conversare strappa una cartina e me la porge, provo a chiederle delucidazioni e non mi risponde. «Complimenti – le dico – sono qui per scrivere un articolo su questa tappa della Francigena e non mancherò di riportare la sua professionalità». Esco mentre finalmente ha capito che esisto, sta dicendo qualcosa tipo telefonata di lavoro ma ora sono io a non ascoltarla. Ci incamminiamo e sulla faccia ho il sorriso compiaciuto della vendetta trasversale. Davanti a noi ci sono ancora venti chilometri ma ora so che andrà tutto bene: siamo una squadra e giochiamo in casa.
Usciti da Monteriggioni, dopo una breve discesa si sale subito e ci inoltriamo nel bosco. Fa caldo ma siamo all’ombra. Davide ha le gambe molto più lunghe delle mie ma gli sto dietro, tengo il passo e ogni tanto ci fermiamo per fare qualche foto.
Monitoriamo il percorso sull’iPhone, siamo un piccolo puntino blu che avanza lentamente. Il bosco finisce e intravediamo i castelli della Chiocciola e di Villa, purtroppo chiusi. Appartengono a privati che, scopriamo troppo tardi, sono disposti a farli visitare su richiesta. Sul percorso, proprio verso l’ora di pranzo, ci imbattiamo in una piccola zona ristoro allestita dal proprietario della casa accanto. Ci sono tavoli, sedie, acqua potabile anche per chi avesse dei cani, posate e un quaderno dove lasciare testimonianza del proprio passaggio. Poi la Via prosegue in discesa e troviamo il fango, che ci si attacca alle scarpe, a dimostrare che ne abbiamo fatta di strada. Nell’ultimo tratto, quello che ci dovrebbe portare fino a Siena, il bosco del Renai è chiuso, e ci ritroviamo a camminare lungo l’asfalto fino alla tangenziale. Siena è vicina ma il percorso è pessimo. Fermi in un bar decidiamo di prendere un taxi per gli ultimi tre chilometri fino a Porta Camollìa (con l’accento sulla i) e finalmente facciamo il nostro ingresso in città.
Di nuovo a Siena, siamo stanchi ma decidiamo di rivederla, con occhi nuovi. Una piccola chiesa si affaccia su Via di Camollìa, poi una libreria che mostra in vetrina un raro volume di Franco Angeli Editore. Dopo tanta natura ci perdiamo nel nostro mondo, fatto di libri. Torniamo al Duomo e, infine, da Via di Città imbocchiamo una delle tante stradine che portano a Piazza del Campo, piena come sempre di turisti ma anche di giovani comodamente sdraiati sul selciato. Tra qualche giorno ci sarà il Palio, forse l’unica festa medievale sopravvissuta in Italia e non resuscitata a fini turistici. Un ultimo sguardo a trecentosessanta gradi ed è tempo di tornare.
Non siamo dei pellegrini e questa non è solo una tappa, è il nostro traguardo. Siamo due cittadini che dormono poco perché di notte fanno danni e quando si svegliano la mattina per andare a lavoro non c’è neanche il tempo per pentirsi, spesso neanche il tempo per un caffè. Per questo ci piace perderci nella natura quando capita, non cerchiamo dio, ma il piacere di tornare a casa, e anche questa è fatta.
Durante il ritorno in macchina siamo di nuovo, definitivamente noi due. Il nostro sguardo è riuscito a contenere tutto, la nostra memoria lavora oggi per farci riscoprire più in là, ancora una volta, le novità e gli aspetti imprevisti di chi ogni giorno abbiamo davanti agli occhi, accanto nel letto, e che sarà disposto a seguirti per mille e una Francigena ancora.
tappa n.11: da Monteriggioni a Siena
La tappa, relativamente breve e facile, è resa complicata dalla totale mancanza d’acqua e di punti di ristoro.
Lunghezza Totale: 20.5 chilometri
Percorribilità: a piedi oppure in mountain bike
Tempo di percorrenza a piedi: 4.30 (ore min)
Dislivello in salita: 330 metri
Dislivello in discesa: 282 metri
Quota massima: 354 metri
Difficoltà: media
Strade pavimentate: 42%
Strade sterrate e carrarecce: 33%
Mulattiere e sentieri: 25%
Ciclabilità: 95%
Come arrivare al punto di partenza:Linea FS Empoli-Siena, stazione Castellina Scalo