di Rosalba Grassi
Non è la sua stagione ma il carnevale di Cerkno vive tutto l’anno nel suo Museo con la Mostra permanente ‘Tutta colpa del Pust’, dove 25 maschere sembrano prender vita da un momento all’altro a rappresentare una storia etnografica legata alla famiglia dei Laufarij.
Scoprendo questa tradizione che si tramanda oralmente e che è diventata una Cerimonia particolarmente interessante per viaggiatori e fotografi, subito balza in mente che si potrebbe fare una sorta di gemellaggio tra la Slovenia e la Sardegna.
Cerkno è quasi come Mamoiada.
I 25 Laufarij assomigliano ai 15 Mamuthones facce lignee entrambe, solo che queste anziché nere sono rosa ed indossano vestiti di materiali vegetali, anziché di pellicce di pecora.
Entrambe le cerimonie del Carnevale hanno origini ancestrali e un rito davvero coinvolgente che vede danzare per la via personaggi grotteschi ad inscenare leggende popolari, contadine, pastorali legate al ciclo della natura. Alla cacciata del Carnevale, anzi alla sua uccisione finale, per favorire l’ingresso della Primavera, sfuggendo all’inverno.
Mentre i Mamuthones sardi bruciano insieme ai fuochi di Sant’Antonio, il Pust dei Laufarij viene ucciso a bastonate. Egli infatti, vestito di muschio fresco con due corna che gli sbucano dalla testa, simboleggia l’inverno ed è colpevole di tutti i misfatti capitati durante l’anno passato a Cerkno e dintorni. Lo condannano a morte e lo uccidono con il bòt: simile ad un grosso martello di legno da boscaiolo.
La caratteristica principale di queste maschere è la Larfa, eseguita in legno di tiglio, particolarmente somigliante all’uomo. Ma l’uomo sloveno era proprio così grottescamente brutto?
In base a documenti raccolti e alle foto, si sono ricostruiti i costumi che sono gelosamente custoditi al Museo e di cui se ne fa una copia di ciascuno per inscenare la Cerimonia e ogni anno, per questa occasione un gruppo di ragazzi inizia già subito dopo Capodanno, i preparativi per la Cerimonia. I giovani raccolgono rami di abete, il muschio, e si mettono a cucire e a ricreare i personaggi originali.
Seguire un percorso che attraversa secoli di storia di un popolo, senza una guida scritta in Italiano, diventava un problema di comprensione, ma noi che abbiamo partecipato ad un educational con Gorazd Skrt, direttore dell’Ufficio del Turismo della Slovenia abbiamo avuto il piacere di percorrere la Mostra con la prof. di Storia Milojca Magajne e con la traduzione simultanea di Sandra Polijanec, che sono state felici della mia proposta di organizzare un viaggio fotografico con un workshop tenuto dai nostri coach di www.viaggiofotografico.it in occasione dei festeggiamenti del prossimo Carnevale, febbraio-marzo 2017.
I partecipanti al viaggio, con i loro portfoli migliori, potranno poi essere i protagonisti della prossima mostra internazionale dal titolo ‘Pustna Maska’ che si tiene a Cerkno ogni due anni, in collaborazione con Photo Club Cerkno.
Quale sarà lo scenario che vale il workshop in viaggio?
Intanto è quello naturalistico in cui Cerkno è immersa, è un paese che dicono misterioso perchè tra le catene montuose delle Prealpi e crinali, fitti boschi, vi sono valli e strette gole con acqua cristallina, fiumi per la pesca della trota e altipiani carsici, diversi sentieri escursionistici, piscine termali ed anche un centro sciistico ben attrezzato sia per sport invernali, sia estivi su laghi artificiali a mille metri, presso lo Sky & Mountain Cerkno Resort.
Poi si aprono all’improvviso siti di particolare interesse, come l’ospedale partigiano segreto, Bolnica Franja, che fa parte del comune patrimonio delle Nazioni Europee, dove nel periodo della seconda guerra mondiale, venivano curati tutti i militari feriti e non solo i soldati alleati, o siti archeologici quale la Grotta di Divije Babe, giacimento paleolitico dove è stato ritrovato il flauto più antico del mondo, ricavato da un femore di animale, usato dall’ uomo di Neanderthal e datato tra i 60mila e 50mila anni.
Ma teatro di questo viaggio di workshop fotografico saranno in particolare le vie di Cerkno a Carnevale.
Una cerimonia tradizionale custodita e tramandata dall’associazione culturale “Laufarija Cerkno”, facendo attenzione che si mantenga con tutte le sue caratteristiche originarie, che vengono insegnate scrupolosamente a giovani Laufarij.
La corsa dei Terjasti può di certo interessare chi ama riprendere le tradizioni di un popolo.
Corrono tenendo stretta una bacchetta di legno di nocciolo a spaventare gli altri e non la mollano e proprio dal loro correre deriva il nome dei Laufarji, dal tedesco laufen: correre. Imparare a scattare volti mascherati in corsa, sarà la nuova sfida di questo viaggio!
Abbiamo chiesto alla nostra guida una scaletta della cerimonia, e poi quanto dura il festival e quale momento è più significativo.
“Nelle settimane che precedono il carnevale – spiega – una delle attività più importanti è il ‘koledovanje‘. I Laufarji, cioè, fanno visita ai paesi vicini. Una volta si credeva si andasse a raccogliere il filo per cucire i vestiti delle maschere. Oggi, le padrone di casa sono sempre felici di riceverli e donano loro salsicce, grappa e altre bontà caserecce. In segno di ringraziamento i Laufarji ballano con la padrona di casa una danza beneaugurante al grido di ‘de ble bla ripa bel debiela’: che la rapa sia più grossa’ – un augurio per un’annata ricca e prosperosa”.
E noi possiamo entrare con lui non per assaggiare le salsicce, ma per immortalare momenti salienti dell’evento, con il sostegno dell’Ufficio del Turismo Sloveno.
L’ultima domenica di carnevale i Laufarji si recano in corteo alla piazza principale di Cerkno, portando il Pust al cospetto del “tribunale della regia corte” che dovrà giudicare le sue malefatte. Il giudice legge l’atto di accusa: kalamuon, tutti i “reati” fatti dal Pust, ossia tutti gli eventi negativi accaduti a Cerkno e nei dintorni, ma anche in Slovenia e nel mondo in generale. Invano l’avvocato cerca di difenderlo: il Pust è riconosciuto colpevole e condannato a morte. L’esecuzione avviene il martedì grasso. La mattina i Laufarjidisseppelliscono il “bot”, la mazza che verrà usata per l’esecuzione. Il pomeriggio si radunano nuovamente tutti nella piazza e i Laufarji eseguono l’ultima danza, chiamata ‘ta kapcinarska’.
Ora non resta che tenersi liberi per febbraio 2017 per questa cerimonia in cui le maschere del Museo si animano tra le vie di Cerkno, una cerimonia dal valore artistico spiccato e da un retaggio culturale che arriva da lontano.