Un pomeriggio d’estate mi sono inoltrata nel bosco toscano, e vagando mi sono imbattuta in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, una realtà altra racchiusa da spesse mura, un giardino misterioso. Al suo interno i ventidue Arcani maggiori dei tarocchi marsigliesi sono rappresentati sotto forma di grandi e colorate sculture, e fontane e specchi e parole completano un quadro di per sé già meraviglioso. Come nei sogni, qualcosa mi sembra fortemente conosciuto, qualcos’altro terribilmente nascosto. Vedo Bomarzo e Parc Guell a Barcellona, sento Breton e tutta la sua carica surrealista.